Mi riposo un paio di giorni a San José con gli amici, riparto per le ultime due tappe della transumanza.
Dopo l’epica tappa di 200km arrivo a San José, e mi fermo per un paio di giorni. Il primo approfitto per lavare tutti i miei indumenti, per dare una bella pulita alla bicicletta e riposare alla grande. Al secondo, invece, decido di andare al mare col mio amico David e Daniel. Ci mettiamo d’accordo per la spiaggia dei genovesi, che al nostro arrivo di presenta praticamente libera, in tutta la sua forma naturale. L’acqua del mare non è fredda, cosi da gustarsi anche un bel bagno. Al ritorno ci concediamo un paio di birre e tapas, prima di una copiosa spaghettata preparata dagli amici. Dopo la cena, guardo ancora un po’ di TV e vado a dormire presto, visto la partenza che mi attende il giorno dopo.



Visto che giovedì ho l’aero per il ritorno a casa, e ho poco tempo a disposizione, cambio percorso. Al posto della Sierra Nevada, passerò per la costa verso Malaga, risparmiando cosi molti km. La tratta di 130km si presenta un po’ noiosa per i plastico (serre) installati praticamente ovunque, poi pero’ la strada si fa lungo la costa, senza traffico cosi da gustarmi il meraviglioso panorama. Arrivo a Gualchos, dove prendo per l’ultima volta posto in camping. Faccio conoscenza con un pensionato tedesco che gentilmente mi offre di bere un paio di birre insieme. Accetto volentieri e passiamo la serata a discutere del più e del meno.
Col sorgere del sole, riparto per l’ultima tappa, che da Gualchos mi porterà a Malaga. Affronto il percorso con diversi stati d’animo, da una parte la tristezza di sapere che il tour é ormai finito, da una altra, la soddisfazione di aver compiuto un’avventura che all’inizio era solo un sogno, oppure la felicità di tornare a casa, e poter rivedere i propri figli. Con tutti questi pensieri nella mente arrivo all’ultima salita prima di Malaga. Un passo secondario che dalla spiaggia mi porta su per la montagna a ca. 700m. La bella vista in cima su Malaga, mi cancella le fatiche subite. Per l’ultima notte decido di prendere posto in un albergo economico vicino all’aeroporto. Passo la notte un po’ in ansia, per via che non sapevo come imbarcare la bici in aereo. Decido di svegliarmi presto cosi di andare all’aeroporto per organizzare senza stress il check-in. Non avendo trovato soluzioni per impacchettare la bici, decido di chiedere direttamente al signora dell’imbarco. Si mostra molto cordiale, e dopo una telefonata mi dice che posso imbarcare la bici senza imballaggio. L’unico problema é stato di trovare una macchina per lo scan abbastanza grande. Dopo averne provato tre, ho trovato quella giusta, situata all’imbarco del personale e oggetti ingombranti. Felice di aver imbarcato, ho atteso il mio volo bevendo un paio di birre. Verso le tre sono decollato, e dopo due ore e mezzo sono arrivato a Zurigo. Ho ritirato i miei bagagli e la bici in perfetto stato, e sono ripartito in treno verso Dietikon. Dopo circa 30 minuti di treno arrivo a casa, concludendo cosi la mia avventura.











Brava raconta! Bella aventura!